martedì 12 aprile 2011

La mafia

Premettendo che non so assolutamente niente sull'argomento, data la mia giovane età e il non-interesse nel documentarmi a proposito, volevo scrivere due righe esprimendo le emozioni che spesso mi ritrovo a provare quando penso alla mafia che fa l'Italia un paese, ahimè, famoso (anche) per le sue organizzazioni criminali:



Non volevo dire troppe cose in verità, volevo semplicemente dire che quando mi capita, soprattutto le ore di lezione, di fare un po' di brain storming personale su temi di attualità, quali politica, economia, mafia, le prime immagini che mi vengono in mente sono scenari di campagne secche, gialle, dove il sole spacca le pietre, uno di quei tanti paeselli siciliani dove tutto è ancora fatto a mano, casalingo. Sento le madri che urlano in dialetti incomprensibili e vecchi che stazionano giorno e notte al bar del paese, dove guardano insieme le partite e buttano giù un numero imprecisato di grappini. Uno di quei paesi in cui le nonne stanno in casa a cucire il corredo per la figlia che di lì a poco si sposerà o a cucinare qualche delizioso manicaretto. Quei paeselli siciliani in mezzo al nulla dove regna l'omertà, dove nessuno sa, dove "tsk". 













Qui è dove la mia fervida immaginazione immagina che la mafia sia nata, ma ovviamente essa aveva bisogno di un territorio più vasto e si è via via impossessata dell'Italia. Quando penso al rapporto Italia-Mafia mi vengono in mente tante persone che urlano, che piangono, che si disperano. Generazioni e generazioni di persone che si sono impegnate, che hanno dedicato la propria vita e spesso anche lasciato nella lotta contro la criminalità organizzata. Mi viene un mente un paese intero che urla, che vuole liberarsi. Tante bocche aperte, tante mani alzate, tante persone unite che manifestano il loro "io non ci sto". Mi vengono in mente milioni di persone che vogliono liberarsi da questa morsa che da troppi anni divora dall'interno il Belpaese. Metaforicamente parlando noi siamo come la preda di una tigre, tentiamo in tutti modi di liberarci dal suo morso, e chissà, prima o poi forse ce la faremo.


*Vorrei far notare che ciò che ho scritto qui è tutto frutto della mia immaginazione e parlo totalmente da ignorante in merito, non essendomi mai informata e vivendo a Firenze.


[Immagini prese da Google Immagini]

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